ELEZIONI 2008: ISTRUZIONI DI PARTECIPAZIONE

Sono tre le liste per i consigli Esu, Ateneo, Facoltà ed i corsi di laurea

Lunedì e martedì 17-18 novembre andranno in scena le elezioni dei rappresentanti degli studenti nell’ateneo di Verona. Sarà possibile votare dalle 08:30 alle 19 il lunedì, e fino alle 14 il giorno seguente. Tre sono le liste in corsa: Dialogo e Partecipazione, NuovoAteneo e StudentOffice. Sono tredici i seggi in cui è possibile votare: 2 nell’atrio del palazzo di Economia, 1 nella sede di Economia di Vicenza, 3 nell’atrio di Polo Zanotto, 1 in nuova aula studio Medicina, una in aula rappresentanze studentesche di Giurisprudenza, a Scienze ancora una al Ca’Vignal, un’altra nella sede di Ala a Trento, 1 in aula rappresentanti di Scienze Motorie e 2 a Scienze della Formazione (aula supplenti Palazzo Zorzi e T25). Il ruolo di un rappresentante è quello di portare i problemi e le proposte degli studenti nei consigli di facoltà dove si decide della didattica, dei servizi e del diritto allo studio. Tutto ciò ovviamente è inscritto nella vita universitaria degli studenti e dell’università stessa. L’invito al votare è a tal proposito ripetere l’importanza di avere studenti pronti al ruolo di rappresentanza e studenti che li sostengano e stimolino.

Rughe

>GIURISPRUDENZA IN PROSA

>Parte 2 – La fondazione di diritto

“Le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato.” (Art16.1, L.n.133/08). La fondazione è una stabile organizzazione costituita per destinare un patrimonio al perseguimento di uno scopo determinato dal fondatore. Negli ultimi anni questo istituto è stato rivalutato nell’ambito del processo di privatizzazione delle imprese pubbliche e degli enti pubblici economici. Il caso più noto è quello delle fondazioni bancarie (vedi attuale crisi finanziaria). In ambito universitario la possibilità di creare fondazioni è già prevista dal D.p.r. 24 maggio 2001, numero 254 (presidenza Ciampi). La fondazione, che non ha fini di lucro, deve perseguire l’interesse generale (caritatevole, assistenziale o culturale). Il patrimonio deve essere adeguato alla misura dello scopo che si intende realizzare. E’ vietata ogni ripartizione degli utili. Può accadere che le fondazioni il cui scopo sia divenuto impossibile, di scarsa utilità o il cui patrimonio sia insufficiente, si estinguano. Rimangono ambigui molti aspetti della attuale possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni: Nulla si dice del personale docente e ricercatore, per il quale si potrebbero aprire gli scenari più differenziati.

Vivi

GIURISPRUDENZA IN PROSA

Parte 2 – La fondazione di diritto

“Le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato.” (Art16.1, L.n.133/08). La fondazione è una stabile organizzazione costituita per destinare un patrimonio al perseguimento di uno scopo determinato dal fondatore. Negli ultimi anni questo istituto è stato rivalutato nell’ambito del processo di privatizzazione delle imprese pubbliche e degli enti pubblici economici. Il caso più noto è quello delle fondazioni bancarie (vedi attuale crisi finanziaria). In ambito universitario la possibilità di creare fondazioni è già prevista dal D.p.r. 24 maggio 2001, numero 254 (presidenza Ciampi). La fondazione, che non ha fini di lucro, deve perseguire l’interesse generale (caritatevole, assistenziale o culturale). Il patrimonio deve essere adeguato alla misura dello scopo che si intende realizzare. E’ vietata ogni ripartizione degli utili. Può accadere che le fondazioni il cui scopo sia divenuto impossibile, di scarsa utilità o il cui patrimonio sia insufficiente, si estinguano. Rimangono ambigui molti aspetti della attuale possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni: Nulla si dice del personale docente e ricercatore, per il quale si potrebbero aprire gli scenari più differenziati.

Vivi

>Lo scacciapensieri

>Si parla tanto ultimamente della crisi dei prezzi e sull’aumento del costo della vita e soprattutto sul costo del cibo. In tal proposito anche la nostra mensa quest’anno ha aumentato i suoi prezzi portando così il costo per un pasto completo a 4 €. Un prezzo relativamente basso se messo a confronto con quelli di bar e ristoranti, ma se rapportato a quelli di altri atenei d’Italia risulta essere uno dei più alti. Viene da chiedersi come mai visto che il servizio mensa dovrebbe essere dato in appalto e quindi ad un’azienda che mette a disposizione un servizio con il miglior rapporto qualità/prezzo. Se ad un aumento del costo fosse corrisposto anche un aumento della qualità del servizio non ci sarebbe nulla di grave. Tuttavia visto che il servizio è rimasto pressoché lo stesso, ci si potrebbe chiedere quali siano le ragioni che hanno portato ad un simile aumento. Fermo restando che comunque continueremo a servircene per la sua comodità si spera quantomeno in un aumento delle porzioni. Ma ho dei seri dubbi!
Matte

Lo scacciapensieri

Si parla tanto ultimamente della crisi dei prezzi e sull’aumento del costo della vita e soprattutto sul costo del cibo. In tal proposito anche la nostra mensa quest’anno ha aumentato i suoi prezzi portando così il costo per un pasto completo a 4 €. Un prezzo relativamente basso se messo a confronto con quelli di bar e ristoranti, ma se rapportato a quelli di altri atenei d’Italia risulta essere uno dei più alti. Viene da chiedersi come mai visto che il servizio mensa dovrebbe essere dato in appalto e quindi ad un’azienda che mette a disposizione un servizio con il miglior rapporto qualità/prezzo. Se ad un aumento del costo fosse corrisposto anche un aumento della qualità del servizio non ci sarebbe nulla di grave. Tuttavia visto che il servizio è rimasto pressoché lo stesso, ci si potrebbe chiedere quali siano le ragioni che hanno portato ad un simile aumento. Fermo restando che comunque continueremo a servircene per la sua comodità si spera quantomeno in un aumento delle porzioni. Ma ho dei seri dubbi!
Matte

>Sacconi.« Non è possibile che minoranze paralizzino il nostro sistema»

>Il ministro commenta lo sciopero Alitalia. Nulla di nuovo, sempre pochi sono.

Il ministro del Welfare Sacconi solleva la questione legale nei fatti dello sciopero Alitalia (terminato ieri alle 18).Questo non prima di sottolineare la natura di «minoranza» della componente che ha rallentato il servizio di trasporto aereo dagli aeroporti italiani. «Ora c’è un problema di rispetto delle regole, delle leggi. – afferma il ministro – E’ necessaria una legge che regolamenti gli scioperi.» Queste parole si uniscono alle dichiarazioni governative delle scorse settimane, quando ad essere «minoranza» erano gli studenti delle università italiane. Si ripete un lessico politico basato sul calcolo della quantità, piuttosto che sul contenuto comunicativo dei movimenti che rallentano le loro funzioni.
La legge 133 ed il nuovo decreto sull’Università (votato giovedì scorso) sono parti di un progetto più ampio: quello economico. La “riforma” dell’Istruzione infatti è una voce della Finanziaria Tremonti, disegnata in estate. A tal proposito è proprio il ministro delle Finanze a sottolineare come si stanno (in ambito ministeriale) «studiando interventi che riducano nei limiti del possibile lo stress, l’angoscia e le difficoltà che sono prodotte dalla crisi economica.» Ed ancora «Pensiamo sia possibile operare un provvedimento di sostegno all’economia, alle
famiglie e alle imprese che non altera i saldi di finanza pubblica». Nel momento in cui le università si preparano ai tagli del 2010 e 2011 e la scuola pubblica viene ridimensionata dalle direttive di riforma, sembra particolare che si parli anche di sostegno all’economia ed alle famiglie. Sembrerebbe che le questioni fossero scollegate ed in parte costituendo due interessi contrastanti. Sembrerebbe appunto che l’interesse dell’istruzione (ed i suoi costi) non tocchi effettivamente l’interesse delle famiglie. Aspettando verifiche concrete alle parole del ministro Tremonti, si aprono dubbi sulla possibilità che affermazioni come queste possano alimentare una comunicazione disinformante.
Rughe

Sacconi.« Non è possibile che minoranze paralizzino il nostro sistema»

Il ministro commenta lo sciopero Alitalia. Nulla di nuovo, sempre pochi sono.

Il ministro del Welfare Sacconi solleva la questione legale nei fatti dello sciopero Alitalia (terminato ieri alle 18).Questo non prima di sottolineare la natura di «minoranza» della componente che ha rallentato il servizio di trasporto aereo dagli aeroporti italiani. «Ora c’è un problema di rispetto delle regole, delle leggi. – afferma il ministro – E’ necessaria una legge che regolamenti gli scioperi.» Queste parole si uniscono alle dichiarazioni governative delle scorse settimane, quando ad essere «minoranza» erano gli studenti delle università italiane. Si ripete un lessico politico basato sul calcolo della quantità, piuttosto che sul contenuto comunicativo dei movimenti che rallentano le loro funzioni.
La legge 133 ed il nuovo decreto sull’Università (votato giovedì scorso) sono parti di un progetto più ampio: quello economico. La “riforma” dell’Istruzione infatti è una voce della Finanziaria Tremonti, disegnata in estate. A tal proposito è proprio il ministro delle Finanze a sottolineare come si stanno (in ambito ministeriale) «studiando interventi che riducano nei limiti del possibile lo stress, l’angoscia e le difficoltà che sono prodotte dalla crisi economica.» Ed ancora «Pensiamo sia possibile operare un provvedimento di sostegno all’economia, alle
famiglie e alle imprese che non altera i saldi di finanza pubblica». Nel momento in cui le università si preparano ai tagli del 2010 e 2011 e la scuola pubblica viene ridimensionata dalle direttive di riforma, sembra particolare che si parli anche di sostegno all’economia ed alle famiglie. Sembrerebbe che le questioni fossero scollegate ed in parte costituendo due interessi contrastanti. Sembrerebbe appunto che l’interesse dell’istruzione (ed i suoi costi) non tocchi effettivamente l’interesse delle famiglie. Aspettando verifiche concrete alle parole del ministro Tremonti, si aprono dubbi sulla possibilità che affermazioni come queste possano alimentare una comunicazione disinformante.
Rughe

Privato su Pubblico

Privato su Pubblico è uno spostamento che trae origine da ciò che è tolto al Pubblico a favorire il Privato, spingendo parti di Pubblico a divenire a loro volta Privato. Con il decreto Università di giovedì scorso (il finanziamento di 500 milioni agli atenei “virtuosi”) si mette in piedi un meccanismo che costringe 7 università (ovviamente “non virtuose”) a ricorrere alla trasformazione in fondazioni, Privato. Tutto questo accade mentre non sono ancora chiari i panorami del 2010 e 2011, quando il limite di “virtuosità” sarà più vicino anche ad altri atenei, ora salvati.
Rughe