Racconta con parole tue cos’hai fatto mercoledì sera

Ecco il breve sunto (o il “pensierino”, come forse direbbe un amico) della serata di mercoledì 25 Aprile. Piazza s.f. 1.CITTA’ Ampio spazio libero, limitato tutto o in parte da costruzioni, all’incrocio di più strade o lungo il tracciato di una via importante S piazzale, spiazzo, largo: la piazza principale del paese; la piazza del Duomo a Milano 4. Scherz. (fam.) Lo spazio privo di capelli sul capo dei calvi. Aveva una tromba e gli abbiamo chiesto se sapesse suonare “Bella ciao”. Le dieci (l’orario dell’appuntamento) erano già passate da qualche dozzina di minuti e c’era aria di attesa. Un po’ di percussioni, ragazze, kebabbari e addirittura giacche e cravatte uscite dal lavoro che ballavano, tutti hanno cantato e nonostante la mia iniziale perplessità il risultato è stato degno di un 25 aprile non particolarmente feticizzato. Non una volta, ma più volte è risuonato tutto il canto in mezzo a quell’aria di festa. Ero passata in piazza già alle otto e quaranta (sì, prestino, avevo commissioni da fare) e prontissime c’erano una macchina della polizia e una dei carabinieri, appostate bellamente ai due ingressi principali. Sono tornata più tardi e ce n’era un’altra. Girano. Dopo un po’ che s’era inziato a cantare se ne sono andati, per pudore (spero almeno un po’), per prudenza pre-elettorale. Altre note sono riecheggiate: da“Fischia il vento” a “Se non li conoscete” (grazioso Fausto: “Solamente dei fascisti sembran tori ma son buoi.”). E ancora musica e balli, e belli i corpi che si muovevano, un po’ ossessivi, e io ero contemporaneamente una di loro e lo sguardo di una vecchia che con malinconia appoggia i suoi ricordi alle giovani membra convulse. Come un velo sulla piazza un registratore ha intrappolato tutto questo, la sagoma erano i cori e il brusio delle chiacchiere, mentre una statua divertita partecipava in silenzio. Dante Alighièri. – Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 – Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella. Bella ciao, bella la piazza, libera? Ieri forse, non poteva essere altrimenti. In effetti ho sbajado, rettifico: piazza concessa dalla ricorrenza, anzi, dalle ricorrenze. Starà al futuro, ovvero dal 9 Maggio in poi, decidere se il simbolo di una Verona “altra” riuscirà ad essere tale o verrà nuovamente ostacolato. Intanto godiamoci lo spettacolo imbarazzante di macchine o biciclette tappezzate di stendardi, manifesti o quant’altro di estremamente kitsch possa decorare la nostra città eccitata in questo periodo dell‘Avvento. 
Anna Fucci