La mercificazione della macelleria mediatica

L’attentato di Brindisi è stata l’ennesima occasione per la stampa di mettere in moto là sua macelleria mediatica. C’è modo e modo di fare informazione e Mediaset si conferma regina per dare allo spettatore immagini che hanno un retrogusto di collezionismo morboso che sfiora il feticismo. Le fotografie di Melissa a tre anni o addirittura il video della sua prima comunione, condite dall’immancabile voce della giornalista di StudioAperto in grado solo di fare servizi tutti uguali conditi da immancabili cliché e frasi fatte, beh direi che forse è il caso di rivedere la professionalità di questi personaggi che si etichettano giornalisti e magari cacciarli dall’Ordine. Onestamente di un servizio del genere ne avrei fatto a meno. Mercificare sulla vita spezzata di una ragazza di 16 anni è solo l’ultimo caso del meccanismo bel oliato che Mediaset, ma anche altri, chiamano giornalismo. A me sembra più uno spettacolo trash che ben si integra nella macchina della Società dello Spettacolo debordiana e in quanto tale la soluzione non è il boicottaggio bensì l’annientamento di tale sistema disgustoso.
Matte